Bed and Rome and Breakfast - 3 B&B in Rome: febbraio 2017

lunedì 27 febbraio 2017

SET CINEMATOGRAFICI ROMANI - VIGNE NUOVE


Non sono solo i luoghi famosi come il Colosseo o San Pietro a fungere da set cinematografici, ma anche zone sconosciute ai più, spesso anche agli stessi romani.
Carlo Verdone, a partire dal suo primo film, Bianco Rosso e Verdone, si è imposto come nuovo mattatore della commedia all'italiana ad episodi. Nel suo secondo film, Un Sacco Bello, incentrato sul personaggio di Enzo, un bulletto di periferia che vuole passare il Ferragosto a Cracovia, nella Polonia del regime comunista, in cerca di facili avventure, sceglie come ambientazione dell'incontro tra Enzo e l'amico Sergio in una strada dall'aspetto desolato, Via Giovanni Conti, dominata dalle torri di Vigne Nuove, cosi chiamate dall'omonima strada che interseca Via Giovanni Conti a breve distanza da dove si svolge la scena. Oggi l'aspetto è meno desolato, come si può vedere dalla foto di sotto. Eppure rimane simbolo di una periferia spesso troppo trascurata anche perché spesso i complessi residenziali come quello di Vigne Nuove sono opere di architetti importanti e comunque testimonianze di un periodo storico che ha profondamente cambiato Roma. A questo luogo sono poi legato in quanto l'ufficio dove ho lavorato per quasi venti anni si trovava a poche centinaia di metri di distanza.


Ma godiamoci ora l'intero episodio del film.


Vincenzo



sabato 25 febbraio 2017

SET CINEMATOGRAFICI ROMANI - QUELLE STRANE OCCASIONI


Quelle strane occasioni del 1976 è uno dei film cult della commedia all'italiana. Incentrato sui tabù s sulle ipocrisie in tema di sesso tipici degli italiani di 40 anni fa, il film è diviso in tre episodi e diretto da maestri del cinema quali Nanny Loy, Luigi Comencini e Luigi Magni Gli interpreti sono autentici mostri sacri della commedia, Paolo Villaggio, Nino Manfredi,  Alberto Sordi e Stefania Sandrelli.
Lìepisodio interpretato da Alberto Sordi e Stefania Sandrelli, LìAscensore, ci narra di un monsignore che, andando a trovare la sua amante, rimane bloccato in ascensore nella calura ferragostana di una Roma deserta per le ferie, con un'avvenente bionda. Verrà fuori tutta la sua ipocrisia.
In alcune sequenze si vede un palazzo, quello dove i due si trovano? Dove è questo palazzo?
Si trova al Portuense, esattamente all'angolo tra via Anselmo Ciappi e via Guglielmo Mengarini.

Parte 1


Parte 2

Parte 3




Parte 4


Parte 5




Vincenzo (con un ringraziamento alla persona che mi ha mostrato quel palazzo)

mercoledì 22 febbraio 2017

PICK OF THE DAY - PASTA


The secrets for a perfect cooking scientifically explained

This post is just for personal amusement. I am not a chef but a chemical engineer that, because you never know what's going to happen to your life, has become a host managing some bed and breakfast activityy. A part of my job is to talk about my city, Rome, and my country, Italy, to my guests, especially foreign guest. And pasta is definitely one of the most important hallmarks of Italian cuisine if not all of Italy.
So, ho to prepare it in the proper way? When I was often travelling abroad, very often I was offered pasta that was rather good as glue. I obviouly politely said it was perfectly prepared.
I will try to explain, scientifically, the secrets to cook properly dried pasta.
They are seentially two, heat and time.
Essentially what is important is that, when you put pasta into the boiling water  temperature is high enough to allow the external part to harden quickly so that starch is kept inside and not released transforming pasta into glue. Threfore:
1) Add salt to the water before adding pasta; that will increase of a couple of degrees the boiling temperature of the water (ebullioscopic effect). Higher temperature means quicker hardening
2) Use enough water, at least 1 liter per each 100 grams of pasta. When you add pasta to the boiling water, the temperaure of the water will drop because pasta is colder. Using the above proportion, temperature will drp about 4 °C. If one uses half of the water, the drop will be 8°C and the external part will not harden quickly enough.
3) Do not overcook, take out pasta from the water at the proper time. Start to taste it one minute before the time that is indicated on the packaging
And now, after adding a good sauce, but fo that you need a chef's recipe

ENJOY YOUR MEAL
Vincenzo

www.sanlorenzoguesthouse.com

martedì 21 febbraio 2017

PICTURES FROM ROME

Colosseum and Arch of Constantine

Winter (?) in Rome,
Winter months in Rome are like spring in many other European cities. They are perfect to visit the city out of the crowd.

image of Colosseum
Circus Maximus and Palatine

b&b St. John Villa
The lemon tree of the St. John Villa
b&b St. John Villa Rome
The garden of the St. John Villa


sabato 18 febbraio 2017

SAN GIOVANNI - IL QUARTIERE CHE NON C'E' - 2 - ORIGINE DI UNA PAROLA

 

Lasciando Piazza San Giovanni in Laterano, quella con l'obelisco per intenderci, dalla parte del battistero, si imbocca Via dell'Amba Aradam. Sulla destra si trova la zona ospedaliera con il San Giovanni e l'Addolorata, che costituiscono un polo unico, e il Britannico il cui ingresso si trova su Via Santo Stefano Rotondo. Ma lasciamo pure perdere gli ospedali, in fondo non siamo qui per farci curare, e restiamo invece su questa via. Quante volte abbiamo sentito dire "qui ci sta un ambaradan" per intendere che ci sta una gran confusione? Molte probabilmente, e ci saremo chiesti da dove derivi questa strana parola. Ecco, questa strada ci fornisce la risposta.
L'Amba Aradam
L'Amba Aradam è un altopiano (amba in lingua locale) dell'Etiopia dove nel 1936, durante le guerre coloniali, le truppe italiani sconfissero quelle abissine in una battaglia che ebbe, in realtà, ben poco di eroico. In aggiunta, tre anni dopo, nello stesso posto una ribellione locale venne stroncata utilizzando gas tossici già vietati dalle convenzioni internazionali. Perché, caduto il fascismo, si sia deciso di mantenere questo toponimo celebrativo per una via importante di Roma resta per me un mistero, ma tant'è. Tra l'altro durante la battaglia si venne a creare una situazione piuttosto ridicola dalla quale è derivato, appunto, il modo di dire qui ci sta un ambaradan.
Avvenne infatti che alcune tribù locali pensarono di sfruttare la situazione alleandosi alternativamente ora con l'una, ora con l'altra parte in battaglia. Insomma, quello che fino a un minuto prima era un alleato, un minuto dopo iniziava a sparare contro a seconda di chi offriva di più.
Al rientro in Italia un qualche ignoto soldato, inconsapevole del fatto che stava creando una nuova parola e modo di dire, riferendosi a una situazione confusa inizio a dire "qui è come ad Amba Aradam, qui è un'Amba Aradam". In breve il modo di dire entrò nell'uso comune, anche per l'assonanza con baraonda, le due parole vennero fuse in una sola con la m finale sostituita da una n.
Via dell'Amba Aradam sarà in breve tempo (nota importante: per breve tempo bisogna ben intendersi sul significato che, per una città che ha 2700 anni di storia, non è lo stesso valido in qualsiasi altra parte del mondo) il luogo dove si troverà la prima stazione archeologica della metropolitana di Roma. Infatti, durante i lavori di realizzazione della omonima stazione della linea C che si troverà verso la fine della via verso Porta Metronia, sono stati rinvenuti i resti di una grande caserma risalente alla prima metà del II secolo che venne demolita e interrata quando vennero realizzate le Mura Aureliane.

venerdì 17 febbraio 2017

LUOGHI DI ROMA - IL MANDRIONE E PASOLINI

Negli anni della mia prima adolescenza, nel fine settimana, andavo abbastanza spesso  con i miei zii a Rocca di Papa, dove loro avevano comprato una casa per passarci appunto le giornate festive.
Rientravamo a Roma, in genere, la domenica sera dopo cena. Percorrendo la Via Tuscolana in direzione del centro, a un certo punto si passa sotto gli archi dell'Acquedotto Felice. Subito dopo, sulla destra, inizia una strada da cui, all'epoca, non era insolito vedere uscire qualche persona dall'aspetto poco rassicurante. Percepivo, nei miei zii, la voglia di allontanarsi il prima possibile da quei luoghi. Per me quella strada, Via del Mandrione, è rimasta per anni un luogo misterioso, da cui tenersi lontani. Era un simbolo di degrado e povertà. Poi, circa un anno fa, guidato dal navigatore satellitare, l'ho percorsa, come molti fanno nelle ore di punta della mattina, le uniche in cui la strada è soggetta a un forte traffico, per raggiungere la Casillina vecchia e poi Porta Maggiore. E ho scoperto un luogo ameno, quasi unico per essere in una zona che, pur non essendo centrale, non è neanche estrema periferia; un luogo dove vale assolutamente la pena andare, magari per una pedalata.
La storia di Via del Mandrione ha una precisa data di inizio, il 19 luglio 1943, giorno in cui si lega a quella di San Lorenzo.
Fino alla seconda guerra mondiale nella zona vi era un prato dove un tempo veniva tenuta una mandrai, anzi una grossa mandria (mandrione appunto di bestiame). La zona si trova stretta tra l'antico Acquedotto Felice e la ferrovia,quindi un poco isolata dal resto della città.
Bombardamento di San Lorenzo
Il 19 luglio 1943 un pesantissimo bombardamento da parte dell'aviazione alleata colpì il quartiere San Lorenzo, uccidendo circa 3000 persone e costringendone molti altri, la cui casa era stata distrutta, a cercare riparo altrove. Molti trovarono riparo sotto gli archi dell'acquedotto che dalla vicina Porta Maggiore portava verso il Mandrione. Gli archi offrivano riparo dalle intemperie e l'acqua dell'acquedotto era all'epoca ancora potabile. La presenza di prati dava inoltre la possibilità di coltivare un orto. Sorsero quindi delle baracche di fortuna come abitazioni provvisorie e si svilupparono anche piccole attività artigianali, talvolta realizzando le botteghe murando gli archi dell'acquedotto.
Le baracche del Mandrione
Finita la guerra, però, queste baracche continuarono ad essere abitate e vennero progressivamente occupate da zingari, prostitute, poverissimi immigrati dalle campagne. In breve la zona andò incontro ad un degrado pesantissimo.
Pasolini al Mandrione
Fu Pier Paolo Pasolini, personaggio sicuramente discutibile e discusso ma intellettuale di rara acutezza a far conoscere la situazione del Mandrione all'Italia intera scrivendone su Pagine corsare. Oltre a ciò vi ambientò anche numerose scene dei suoi film. Di tutti i luoghi di roma da lui frequentati, il Mandrione è sicuramente uno di quelli
Fu dalla metà degli anni '70 del secolo scorso che l'opera di alcuni coraggiosi operatori sociali, tra cui una che ho conosciuto personalmente, dal dott.ssa Zammataro, iniziò a porre rimedio alla situazione.
Gli abitanti della zona vennero trasferiti in case degne di questo nome e le baracche vennero demolite. La Banca d'Italia realizzò il centro sportivo per i suoi dipendenti in uno spazio precedentemente dato in comodato ai salesiani.
Mandrione-Casilina vecchia oggi
Mandrione-Casilina vecchia oggi
Mandrione-Casilina vecchia oggi
Mandrione-Casilina vecchia oggi
Dell'epoca delle baracche sono rimaste alcune botteghe artigiane, alcune trasformate in laboratori artistici e altre in attività di ristorazione che la sera creano problemi di altro tipo per l'affllusso di appassionati della movida. Restano problemi quali la mancanza di un adeguato sistema fognario, cosa incredibile considerando che Roma è stata la prima città al mondo a dotarsi di fogne efficienti con la Cloaca Massima, costruita oltre 2500 anni fa e ancora funzionante.
E' comunque un luogo che merita sicuramente una visita anche per comprendere perché Roma, comunque e in ogni caso, contina a rimanere una città unica al mondo

mercoledì 15 febbraio 2017

SAN GIOVANNI - IL QUARTIERE CHE NON C'E' - 1


"San Giovanni è uno dei quartieri più popolati di Roma, caratterizzato dal Palazzo Laterano e dalla famosa Basilica di San Giovanni in Laterano."
Così è scritto sul sito turistico ufficiale del Comune di Roma.
Ma, in realtà, San Giovanni è un quartiere che non esiste. Se date un'occhiata alla suddivisione di Roma, sia che si parli di toponomastica cioè di quartieri, di municipi o di zone urbanistiche, ebbene San Giovanni non ci sta proprio. Non è neanche una porzione definita di un quartiere più grande come ad esempio lo è il Coppedè del quartiere Trieste. Eppure, per tutti i romani, San Giovanni è un quartiere che esiste, eccome.
E non potrebbe essere altrimenti considerando che la Basilica di San Giovanni in Laterano, madre di tutte le chiese del mondo, è la cattedrale di Roma e quindi sede ufficiale del vescovo di Roma, cioè del Papa. E in effetti, nella Basilica di San Giovanni si trova la Santa Sede, cioè il trono simbolo del papato. E quindi San Giovanni è il vero cuore della Roma di oggi.
Non essendo un quartiere ufficialmente esistente, non ha confini definiti; ognuno li definirà a propria discrezione. La mappa mostra la mia personalissima opinione, liberissimo ogni lettore di esprimere la propria. La mia tracciatura include parte di Monti, Celio, Esquilino, Appio-Latino e Tuscolano.


sabato 11 febbraio 2017

URBEM FECISTI - THE FOUNDING MYTH


The articles of the series Urbem Fecisti are dedicated to the way Rome has shaped the modern world, to its modernity. It's a fact that Roman Empire is still living inside each of us in the western world and not only.

It was just few days ago that, sitting on the sofa and jumping from a TV channel to another, I saw two different movies with ancient Roman characters and set in Britain, King Arthur (2004) and The Eagle (2011). Both are a production from USA.



It is also interesting to observe that the best historians that have written about the ancient Rome are British, or American, starting from Edward Gibbon, whose The History of the Decline and Fall of the Roman Empire was published in 1776, curiously the same year of the USA Declaration of Independence. 

So my question was why British and Americans are so much interested in the history of ancient Rome? 

And my answer, my personal opinion, is that everything has to do with the concept of imperial power. Imperial power is something that goes beyond the political and military domination, is the cultural influence on the peoples that are part of the empire and not only on them. 


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mercoledì 8 febbraio 2017

ONE WEEK IN ROME - PART 7

Temple of Aesculapius - Villa Borghese
 FROM THE FICTIONAL DIARY OF A BRITISH TRAVELER

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Bioparco
Entering to the Borghese Gallery was not possible so we walked through the villa during the afternoon. In reality one could dedicate a full day to the visit, especially when having kids. We passed in front of the Bioparco, the zoo. Then we went to the little lake with the Temple of Aesculapius and later to Piazza di Siena, the place where, on May, a famous international equestrian jumping competition (CSIO) takes place. I learned a funny story by the Romans.
Piazza di Sinea
According to them when it comes the time of "Piazza di Siena", that's the way they name the competition, one can be sure it will rain. Maybe that happens because all the ladies of the jet set are attending to the competition showing off the latest creations of the haute couture.

Anyhow I and Janet spent a delightful afternoon walking among the green.  As it happens every day to may Romans, it was during that walk that we realized that we could have a lot in common. And that is a story that now is going to a new start.


THE FAN

P.S. Later I was looking back to the notes I took during those first tow days, one and half more correctly, and I understood How much there is to see in Rome. I hadn't yest visited the most famous sites, just gave a brief look during the hop on - hop off tour, and I had already filled pages; that's really amazing. 

Link to part 6

lunedì 6 febbraio 2017

PICK OF THE DAY - CARNIVAL SWEETS



In Piazza di Pietra one of the most beautiful squares of the center of Rome, looking to the Temple of Hadrian, you may taste the best of  the Carnival sweets from the tradition of Naples and Rome at the Gran Caffè La Caffettiera.

giovedì 2 febbraio 2017

URBEM FECISTI - JOURNALISM AND CAESAR

The articles of the series Urbem Fecisti are dedicated to the way Rome has shaped the modern world, to its modernity. It's a fact that Roman Empire is still living inside each of us in the western world and not only.

What do Julius Caesar and journalism have in common?

Caesar is, by many, considered the most important person in the history of the western world. He was the man that gave an empire to Rome and that marked a turning point in the political life of Western Europe and Middle East. Julius Caesar is celebrated as  one of the most, if not the most, capable generals in the military history. His victories are countless and they were almost all obtained with a very limited number of losses among his troops. At Pharsalus, the place where he defeated his rival Pompeius Magnus, the losses of the army of Pompeius were approximately 15000 soldiers; on the other side Caesar lost just 200 people despite having an army that was half of that of Pompeius.
Anyhow there other things for which Julius Caesar may be considered a person thta has left a legacy to the modern world, something that is part of our daily life.
One of those is the reform of the calendar. The Gregorian calendar that we are using nowadays is just a refinement of the Julian calendar.
But Caesar can be considered also the first newspaper publisher and war reporter of the history.

The ancient Romans were already used to keep track of the most important events of the life of the city that were reported in the Annales (yearly facts). That is the reason why the Roman history is so well documented. The historians that lived in that period had a precise source of information.
In the year 59 BC Caesar, during his consulate, officialized and properly organized the publication of the Acta Diurna (daily news) to report not only important events of the public life but also city news such as births, weddings and so on. The very first Acta Diurna had already appeared in 131 BC, but it was only after the decree of Ceasar that they started to be published and kept in a regular way. Acta Diurna were written on lime bleached wood tables or carved on stones that, after being exposed for some time, were removed and kept in the public archives.
The publication of the Acta Diurna, went on at least till 331 AD, when the capital of the empire was moved to Costantinopole. Unfortunately none of the tables has survived till the present times. Anyhow, again, they were a great source of information for the historians of that time.

Commentarii de Bello Gallico, or simply De Bello Gallico (Gallic War) is not only the most important text of the Latin prose, but also the first example of war reporting.
Other people had already written about war facts, the best example being probably the Anabasis of the Greek Xenophon. But all of those text were written well later of the facts.
Caesar started to report the facts more or less on real time. When the Senate began to oppose his campaign, he started sending to Rome the reports of his victories immediately after writing them to gain popular support. It was also the first example of propaganda.
coming back to the Acta Diurna, it is interesting to observe that is was normal for powerful or rich people living in the provinces, far away from Rome, to pay scribes to copy the Acta Diurna, and to send to them. Thanks to the efficient road system the were able to receive the copies in few days after the publication.
What has made Rome so different from other ancient civilation, and so present in our daily life, has been the fact that the Romans had a different way of thinking, for sure more pragmatic but, more importantly, open to changes.