Sì, vergogna!. La categoria dei giornalisti, o pseudo tali, dovrebbe solo vergognarsi a mandare in onda servizi come quello andato in onda lunedì 13 marzo 2017 si SKY TG 24 alle 13, in un ora di alto ascolto, fatto unicamente per denigrare il quartiere di San Lorenzo e chi lo frequenta.
E' la prima volta che, su questo blog, scrivo su un argomento di attualità e non di storia, di posti da visitare o dove andare. Non volevo scrivere su temi per così dire politici perché sono temi sempre delicati da affrontare, ma dopo avere visto quel servizio, tra l'altro solo un pezzo, che mi ha fatto andare di traverso il pranzo, ho deciso di fare un'eccezione che spero sia l'ultima.
Ho ritrovato in rete il pezzo e qui sotto lo potete vedere.
Vergogna, lo ripeto ancora! Come si fa a dare la responsabilità dei problemi a chi fa solo il suo mestiere di giovane, a chi fa ciò che tutti i giovani, in ogni epoca hanno fatto, divertirsi?
E' forse colpa degli studenti che la sera animano San Lorenzo se poi la mattina l'AMA non passa a pulire le strade come invece magari fa in quartieri più celebrati, tra l'altro anche male?Perché dare voce solo a coloro che si sentono disturbati da chi la sera si ritrova in un ristorante, un bar, un pub, e non a coloro che questi locali gestiscono con impegno lavorando fino a tarda notte e ricavandoci, spesso, solo quanto basta per vivere dignitosamente?
Perché usare paroloni come criminalità per il fatto che la sera circolano sostanze poco lecite o illecite? Perché dire che a San Lorenzo abitano tanti detenuti ai domiciliari, mentre la realtà è che mote persone in regime di semi-libertà e che non hanno un posto dove andare, sono accolte dall'Esercito della Salvezza che garantisce loro un posto dignitoso dove stare?
Io a San Lorenzo non ci abito, ho una attività di affittacamere. Ebbene mai nessun mio ospite è stato derubato o fatto oggetto di violenze a San Lorenzo. Gli avranno forse proposto uno spinello, che avrà rifiutato o acquistato, questo non lo so. Se sono stati derubati, questo è successo in luoghi più rinomati come Piazza di Spagna, o sui mezzi pubblici. Ma mai, mai, a San Lorenzo. Mai nessun ospite mi ha parlato di atti di vandalismo compiuti sulla sua macchina.
Perché dire che di giorno è un quartiere morto quando invece, di giorno, è uno dei pochi posti a Roma dove si può camminare in mezzo alla strada senza rischiare di essere travolti dalle auto e senza sentire puzza di smog e rumore di clacson?
Perché diffamare quando San Lorenzo è uno dei pochi posti a Roma dove entrando in un bar e mettendosi a chiacchierare con un altro avventore, che molto probabilmente sarà o uno studente o un professore dell'università, può anche capitare che l'argomento di conversazione non sia solo il calcio o la politica vissuta vissuta con spirito di tifoso della Curva Sud?
Nel servizio ho visto intervistate quase esclusivamente persone anziane. Beh, prima di prendersela con la movida avrebbero dovuto ricordarsi cosa era San Lorenzo prima dell'arrivo della movida. Sul finire degli anni '70 io ero studente universitario e Via Tiburtina era una specie di confine. Oltre Via Tiburtina si poteva dire, come nell'antichità, "hic sunt leones". Non ci si andava oltre a meno di non appartenere a qualche banda malavitosa o a qualche organizzazione extra-parlamentare ben dotata di bastoni e bottiglie molotov.
Poi, appunto, è arrivata la movida e ha ripulito il quartiere. Sì, ci sono gli spacciatori che vendono lo sballo un tanto al grammo. Ma nessuno obbliga nessuno ad acquistare le polverine da sballo.
Ci sta confusione, ma è confusione fatta da ragazzi che intanto il giorno studiano, che si preparano ad essere la futura classe dirigente dell'Italia, non è la confusione fatta dai branchi di vandali alienati che arrivano dalle periferie abbandonate a se stesse e che si trovano molto più a loro agio in zone come Trastevere, Testaccio, Monti. A San Lorenzo non potrebbero mimetizzarsi, troppo evidente sarebbe la disparità culturale rispetto agli universitari. E se gli studenti la sera vogliono fare un poco di baldoria, lasciamogliela pure fare.
E, cari giornalisti, se volete fare vere inchieste, cercate le responsabilità dove stanno veramente, non dove "fa un bel titolo".
Vincenzo Sangiorgio
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