Eh sì, dicendo tecnico intendo tecnico per davvero, ossia niente a che fare con l'ospitalità, le prenotazioni e così via, anche se alcuni aspetti tecnici ci sono, ma con la chimica e con la fisica.
D'altro canto ho appena pubblicato un post sulla mia Alma Mater, la facoltà di Ingegneria dell'Università La Sapienza e, visto che ho riposto nel cassetto la mia laurea in ingegneria chimica solo quattro anni fa e la memoria ancora funziona, tanto vale ritirarla fuori per affrontare un argomento che ha a che fare con l'ospitalità.
Cosa c'entrano queste due cose? Beh, scopriamolo
I Bollitori e il Calcare
Abbastanza di frequente mi viene fatto notare o trovo recensioni in cui vi è scritto che i bollitori che metto a disposizione per preparare tè e caffè sono sporchi perché incrostati da calcare. E questo mi da un poco di fastidio perché viene preso come una sciatteria.
Invece no.
La cosa è assolutamente voluta
Un bollitore per l'acqua non va (quasi) mai lavato a fondo, solo sciacquato. Lo stesso vale per la classica moka con cui si prepara il caffè.
Perché non bisogna lavare i bollitori?
Cerchiamo di capirlo. L'acqua, e quella di Roma in particolare, contiene in soluzione molto carbonato di calcio (calcare) che è presnte nell'acqua a causa del contatto di questa con le rocce.
Il carbonato di calcio è molto dispettoso per i consumatori di acqua. Ha infatti quella che si definisce solubilità inversa. In altre parole, quando l'acqua viene scaldata, la solubilità del carbonato di calcio diminuisce invece di aumentare, come invece succede per il sale da cucina. E questo cosa significa? Che ogni volta che mettete a bollire l'acqua per preparare la pasta vi ritrovate la pentola incrostata di calcare perché esso è precipitato.
Nota: la solubilità inversa del carbonato di calcio è la fortuna di idraulici, costruttori di impianti di addolcimento (decalcificazione), fornitori di prodotti chimici di vario tipo, eccetera. Anche il sottoscritto ha campato 30 anni con lo stipendio che gli passava un'azienda che si occupava, prevalentemente, di queste cose qui.
Orbene, il fatto che il calcare precipiti quando si scalda l'acqua ha effetto sul tè che ci andiamo a preparare. Cosa succede infatti? Quando scaldiamo l'acqua non è che il calcare precipiti come una pietra. Si formano piuttosto delle microscopiche particelle (cristalli) che rimangono in sospensione nell'acqua.
Quando noi versiamo l'acqua nella tazza, ci versiamo anche queste particelle che poi alterano il sapore del tè.
E allora?
E allora bisogna fare in modo che queste particelle precipitino, si separino dall'acqua e lo facciano il prima possibile se non vogliamo stare ad attendere troppo tempo prima di prepararci il nostro meritato tè. Tra l'altro, fintanto che l'acqua bolle, il movimento dell'acqua tende a mantenerle in sospensione ed esse difficilmente si attaccherebbero a una superficie liscia.
Però, però, se nelle vicinanze ci sta una incrostazione di calcare già esistente, queste particelle vengono immediatamente attratte (è una questione di cariche elettriche, il risultato è un fenomeno che si definisce scaling) e, voilà il gioco è fatto, le particelle se ne vanno via e il tè viene bene.
Avete mai fatto caso che i bollitori che si mettono sul fuoco hanno la bocca piccola che impedisce di infilarci la mano con la spugnetta per raschiare via il calcare? Ecco, il motivo è proprio questo.
E quindi il calcare presente nel bollitore elettrico NON va rimosso se non occasionalmente.
Tra l'altro per rimuoverlo spugna e sapone non bastano, ci vuole un prodotto acido, ad esempio l'aceto, che non è che lasci un aroma ideale per il tè..
E adesso, finalmente beviamoci una tazza di tè senza prima dimenticare di prenotare la stanza per il prossimo soggiorno a Roma su www.stjohnvilla.it
Vincenzo
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